
Ciao gente,
oggi vi parlerò un po' di rms...
Questa è una biografia tratta da:
http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=1093&biografia=Richard+Stallman
Richard Matthew Stallman, che ama farsi più semplicemente chiamare "rms", nasce a Manhattan il 16 marzo 1953, da Alice Lippman e Daniel Stallman. Fin da piccolo dimostra capacità analitiche e matematiche ben sopra la norma. Ha modo di stupire la madre, quando a circa 8 anni la aiuta a risolvere un quiz di una delle sue rubriche preferite, quella dei "giochi matematici". Ma la matematica non è l'unica materia in cui eccelle: ad 11 anni è due anni avanti ai compagni di classe costretto a sopportare le solite frustrazioni di uno studente assai dotato. Dotato di talento in qualunque ambito richiedesse un approccio analitico, le materie preferite di Stallman erano inizialmente matematica e scienze, a spese delle altre. Durante gli anni '60, una decina d'anni prima che il concetto di personal computer venisse concepito, ha la prima opportunità di poter avere accesso ad un computer, durante il primo anno della High School. Per un ragazzo affascinato dai numeri e dalla scienza si trattava di un dono venuto dal cielo. Assunto dal New York Scientific Center dell'IBM (ora un defunto centro di ricerca a Manhattan), Richard Stallman passò l'estate dopo l'anno scolastico scrivendo il suo primo programma, un preprocessore per l'IBM 7094 nel linguaggio PL/I. Disse di questo progetto "Inizialmente ho scritto in PL/I, poi ho ricominciato usando l'Assembler quando il programma era diventato così grosso da non poter stare nella memoria del computer". Successivamente Stallman lavora come assistente nel dipartimento di biologia alla Rockfeller University. Sebbene si stesse muovendo nella direzione di una carriera in matematica o fisica, la sua mente analitica impressionò il direttore del laboratorio al punto che solo pochi anni dopo che Stallman lasciò il college la madre ricevette una inaspettata telefonata. "Era il professor Rockefeller" - ricorda la madre - "Voleva sapere cosa stava facendo Richard. Era sorpreso di sapere che stava lavorando nei computers. Aveva sempre pensato che Richard avesse un gran futuro come biologo". Le qualità di Stallman avevano impressionato anche i docenti della Columbia, anche se spesso non mancava di farli infuriare. "In genere una o due volte ogni lezione Stallman trovava qualche errore?" - sostiene Breidbart - "Ed era tutt'altro che timido nel farlo immediatamente presente al professore di turno. Fu così che si guadagnò parecchio rispetto ma poca popolarità." L'aneddoto di Breidbart suscita un sorriso ironico su volto di Richard. "E' vero, talvolta esageravo un po'" - ammette - "Ma tra gli insegnanti ho trovato persone aperte, perchè anche a loro piaceva imparare. Non così, in genere, tra gli studenti. Almeno, non nella stessa maniera.". Nel 1971, da matricola ad Harvard, Richard Stallman viene a sapere di un avanzato laboratorio per l'intelligenza artificiale in un edificio nei pressi del MIT. Intrigato, vi si reca per una visita e trova un ambiente molto diverso da quello che aveva conosciuto ad Harvard, con studenti un po' svitati, noti più per la predilezione alle birichinate che per la brillante carriera politica. Il laboratorio è accessibile a tutti, con tutti i terminali e le loro apparecchiature disponibili all'uso senza custodi e fastidiose liste d'attesa. Dopo essersi letto i (peraltro pochi) manuali che aveva a disposizione, comincia a sedersi ad un terminale libero ed a scrivere un programma: pian piano si fa accettare dal gruppo di persone che lavorano li. Gli aderenti a questo gruppo si autodefiniscono hacker. Col passare del tempo allargano tale definizione allo stesso Stallman. In questo passaggo, egli viene messo al corrente delle tradizioni morali condensate nella "etica hacker". Presto Stallman impara che essere un hacker significa qualcosa di più che sviluppare semplicemente dei programmi. Significa scrivere il miglior codice possibile e stare seduti davanti a un terminale anche per 36 ore consecutive, se per riuscirci occorre tutto quel tempo. Fatto ancor più importante, significa aver continuamente accesso alle migliori macchine esistenti e alle informazioni più utili. Gli hacker sostengono apertamente di voler cambiare il mondo tramite il software, e Stallman impara che l'hacker istintivo supera ogni ostacolo pur di raggiungere un tale nobile obiettivo. Tra questi ostacoli, i maggiori sono rappresentati dal software scadente, dalla burocrazia accademica e dai comportamenti egoistici. L'attività hacking svolta al laboratorio del MIT matura in Stallman anche parecchie convinzioni politiche, l'avversione per le autorità di qualunque tipo ed in particolare assume importanza il fatto che la conoscenza e le risorse del laboratorio debbano essere il più possibile disponibili al pubblico invece che ad i singoli individui. A tal proposito fu famosa la sua proposta nei confronti degli utenti del laboratorio nel proporre di non utilizzare nessuna password per i propri account, per fare in modo che i file ivi contenuti fossero sempre disponibili a tutti. Negli anni '80 la cultura hacker che aveva dominato la vita di Stallman comincia a dissolversi sotto la pressione dell'industria che commercializza il software. La filosofia di Stallman era che "il software vuole essere libero": se un utente oppure un hacker beneficiano di un particolare software, è nei diritti dello sviluppatore, o meglio, tra i suoi doveri, di permettere di usarlo e migliorarlo senza particolari restrizioni sui suoi diritti, e di passare l'originale, o il prodotto modificato ad altri. Forte di questa convinzione, nel gennaio del 1984 Stallman lascia il suo lavoro al MIT per dedicarsi a tempo pieno al progetto GNU che aveva annunciato nel settembre del 1983. Da allora lavora al progetto GNU più o meno full-time, rinunciando a completare il dottororato. Tuttavia Richard Stallman è stato insignito di tre dottorati onorari. Nel 1985 pubblica il manifesto GNU, che spiega le motivazioni per voler creare un sistema operativo libero chiamato appunto GNU, che sarebbe stato compatibile con UNIX. Il nome GNU è un acronimo ricorsivo che sta per GNU's Not Unix. Dopo poco crea la "Free Software Foundation" (FSF) per impiegare programmatori che lavorino allo sviluppo di software libero e per creare l'infrastruttura legale nella quale far lavorare la comunità degli sviluppatori del software libero. Il progetto GNU nel tempo ha prodotto diversi programmi di importanza fondamentale nella costruzione di software libero; in particolare la suite di compilatori GCC (GNU C Compiler). Tali programmi sono tra i componenti fondamentali del sistema operativo Linux, attualmente l'unico in grado di impensierire seriamente l'attuale predominio di Microsoft nel settore. L'altro componente fondamentale di Linux è il suo kernel (il nucleo, la parte principale di un sistema operativo): questo viene sviluppato in maniera indipendente dal progetto GNU, da una rete di programmatori sparsa in tutto il globo, diretti dal pragmatico Linus Torvalds. Ciononostante tutti i suoi sorgenti sono rilasciati secondo la licenza GPL (General Public License, in estrema sintesi specifica che il software può essere copiato, modificato e ridistribuito liberamente, ma sempre assieme al codice sorgente). Vista l'importanza che GNU riveste in Linux, Stallman tiene molto a far sapere che la dicitura corretta del sistema operativo è "GNU/Linux" e non semplicemente "Linux", precisando che con quest'ultimo termine si dovrebbe indicare invece il solo kernel. Nel 1991 Stallman ha ricevuto il premio "Grace Hopper" dalla "Association for Computing Machinery" per la creazione e lo sviluppo negli anni '70 del primo editor di testi "Emacs". Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui una borsa di studio nel 1990 da parte della "MacArthur Foundation" e un dottorato onorario nel 1996 del "Royal Institute of Technology of Sweden". Nel 1998 è stato insignito (assieme a Linus Torvalds) dell'onorificenza "Electronic Frontier Foundation's Pioneer". Oggi Richard Stallman diffonde le sue idee e la sua filosofia di libertà e cooperazione reciproca, viaggiando per il mondo, invitato a partecipare a conferenze e seminari. Recentemente è stato scritto un libro sulla biografia di Richard Stallman e, tenendo fede ai principi di libertà ed accessibilità dell'informazione che tanto gli sono cari, è stato pubblicato con una licenza che permette di essere liberamente distribuibile.
da wikipedia
Stallman ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il lavoro svolto, tra cui:
2003: laurea honoris causa dalla "Vrije Universiteit Brussel"
2002: "National Academy of Engineering membership"
2001: laurea honoris causa dalla Università di Glasgow
2001: "The Takeda Techno-Entrepreneurship Award"
1999: "Yuri Rubinski Memorial Award"
1998: "Electronic Frontier Foundation's Pioneer award"
1996: laurea honoris causa dallo "Sweden's Royal Institute of Technology"
1991: "The Association for Computing Machinery's Grace Hopper Award" per il suo lavoro sull'Emacs originale
1990: "MacArthur Fellowship
In realtà ciò che più rappresenta il carattere di questo genio (secondo la gerarchia Unix è identificato come 'wizard' - http://www.levenez.com/unix/guru.html - ) è la costante ricerca
della libertà intesa in modo omnicomprensivo. Libertà dell'individuo, delle masse ed a livello globale... E' incredibile come possa trovare il tempo per seguire attivamente tutte le campagne di boicottaggio delle multinazionali che sono trattate nel suo sito www.stallman.org .
Senza andare oltre (lascio a chi è interessato l'onere di approfondire...) vi faccio leggere una lettera di rms al nostro parlamento... chi sa se l'hanno ascoltato....
Cari membri del Parlamento italiano,
Gli sviluppatori e gli utilizzatori di software in Europa sitroveranno di fronte ad un grande pericolo se l'UE permetterà dibrevettare le tecniche di software: il pericolo di essere incriminatiper le idee contenute nei software che essi sviluppano e usano. A differenza del copyright, che protegge la descrizione dell'interoprogramma ma non le singole idee che lo compongono, la brevettabilitàdel software consentirebbe un monopolio sull'uso di tecniche generiche.Un programma complesso è la combinazione di migliaia di questetecniche. Se un paese permette la brevettabilità di ognuna di questetecniche, un programma complesso può infrangere centinaia di brevettiin un colpo solo. ( secondo uno studio svolto lo scorso anno il Kerneldi Linux, la parte centrale del programma linux, usato per il sistemaoperativo GNU, infrangerebbe 283 brevetti USA) Come sono queste tecniche? Consideriamo la "progress bar", la barraprogressiva che gradualmente passa dallo 0% al 100% mostrando sulloschermo la realizzazione di una operazione, come l'apertura di unapagina web o lo scaricamento di un documento. Questa tecnica è unapiccola parte contenuta in migliaia di programmi software che svolgonodifferenti funzioni. Persino questa tecnica è stata brevettataall'Ufficio Europeo dei Brevetti, insieme ad altre 50.000, a dispettodello stesso trattato costitutivo dell'Ufficio Europeo dei Brevetti. Sela Direttiva del Unione Europea desse un valore legale a questibrevetti, gli sviluppatori e gli utilizzatori di migliaia di programmirischierebbero la minaccia di incriminazioni. Un programma è come un romanzo: una raccolta di dettagli che insiemesviluppano molte idee. Immaginate cosa accadrebbe se ogni idealetteraria venisse brevettata, per esempio "una scena d'amore con unadonna sul balcone" o "gli occhi blu di una persona che assomigliano almare". Chiunque scrive un romanzo potrebbe violare diverse centinaia dibrevetti; se uno scrittore scrivesse con la preoccupazione di essereincriminato difficilmente scriverebbe un buon romanzo. Non è questo ilmodo di promuovere la scrittura né dei romanzi, e neanche dei programmisoftware. Le pressioni per la brevettabilità del software provengonoprincipalmente dalle multinazionali dell'informatica. Esse vogliono labrevettabilità del software perché ognuna ne detiene migliaia negli USAe li vuole importare in Europa. Se l'Europa permetterà labrevettabilità del software le multinazionali (molte non europee)avranno uno strumento di controllo sull'uso del software in Europa. Molti legislatori non hanno mai avuto a che fare con lo sviluppo disoftware, così possono credere ai miti relativi all'efficacia deibrevetti sul software. Per esempio il mito sulla protezione brevettualedell'intero disegno di un prodotto, se si dice che un programmatore puòottenere un brevetto per "proteggere il suo programma" questo potrebbeavvalorare questo mito. Poi c'è il mito che vuole che i brevetti possano "proteggere" i"piccoli inventori" dalla competizione delle multinazionali. Se questofosse vero le multinazionali non sarebbero favorevoli allabrevettabilità del software. Ogni multinazionale usa le sue migliaia dibrevetti per mettere ognuno nelle condizioni dello scambio le licenze.Così facendo il programma innovativo di un piccolo inventorecombinerebbe le sue poche nuove idee brevettate con le centinaia (omigliaia) di idee ben conosciute, alcune brevettate da IBM, alcunebrevettate da Microsoft, ecc. Poi loro si comporteranno con lui come sela questione dei brevetti non ci fosse. C'è quindi il mito delvantaggio che le compagnie americane avrebbero proprio perché gli USAriconoscono la brevettabilità del software mentre l'Europa no. Sequesto fosse vero, le compagnie statunitensi ed il governo degli StatiUniti non presserebbero l'Europa per consentire la brevettabilità delsoftware. Al contrario l'Europa ora ha un vantaggio. I brevetti degli Stati Uniti riguardano soltanto ciò che è fattonegli Stati Uniti, ma ognuno può avere un brevetto statunitense. Lecompagnie europee possono avere brevetti statunitensi e attaccare glisviluppatori americani. Ma attualmente gli Americani non possono averebrevetti software Europei e quindi attaccare gli Europei. Fino a chel'Europa rifiuterà di brevettare il software, l'Europa avrà questovantaggio, Se l'Europa mantiene il suo vantaggio, con il rifiuto dibrevettare software, finalmente il mio paese può trovare necessariocompetere cambiando la sua insensata politica. Per favore aiutate gliStati Uniti a salvarsi dai brevetti sul software, salvando innanzituttovoi stessi.
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